About Chloe
Lavoro attraversando tecniche e materiali in modo fluido e spesso impulsivo. Ogni gesto è un tentativo di ascolto: di quello che manca, di quello che si rompe, di ciò che resta. Sovrappongo, ritaglio, ricompongo. Frammenti che sembrano incompatibili trovano un equilibrio instabile. Sono attratta dalla crepa, dall’imperfezione, dall’errore che diventa parte del linguaggio. Questi segni diventano tracce, memoria fisica e il gesto pittorico una forma di scrittura. sto costruendo un alfabeto visivo, un diario non verbale. Ogni opera è un frammento vivo, aperto. Non voglio spiegare, voglio lasciare che essa generi domande. Costruisco finestre: spazi da attraversare, da guardare, in cui perdersi o riconoscersi.
I work by moving fluidly—and often impulsively—across techniques and materials. Each gesture is an attempt at listening: to what is missing, to what breaks, to what remains. I overlap, cut, and reassemble. Fragments that seem incompatible find an unstable balance. I am drawn to the crack, the imperfection, the mistake that becomes part of the language. These marks turn into traces, into physical memory, and the pictorial gesture becomes a form of writing. I am building a visual alphabet, a non-verbal diary. Each work is a living, open fragment. I do not want to explain; I want to let it generate questions. I build windows: spaces to cross, to look through, in which to lose oneself or to find oneself.